Sabato 26 luglio si è svolta l’ultima escursione del CAI di Bollate prima delle vacanze estive.
Per quest’escursione è stata scelta l’alta Valle Antrona, sede del Parco Naturale omonimo che copre uno splendido territorio di quasi 8.000 ettari.
Il percorso, impegnativo per lunghezza e dislivello, ha effettuato il giro ad anello dei 4 laghi che caratterizzano il Parco, dapprima costeggiando il lago di Antrona e quello di Campiccioli per poi salire, per ripide balze erbose, al lago Cingino, sulla cui diga si destreggiavano gli immancabili stambecchi in cerca del sale che vi fuoriesce. Da questo punto, passando per i due chilometri della lunga, stretta e suggestiva galleria a servizio delle opere idroelettriche della valle, si è giunti infine al lago di Camposecco, punto più alto dell’escursione.
Sebbene il territorio abbia attraversato secoli di antropizzazione, sia per la presenza di minerali da estrazione che per l’esistenza di numerose conche naturali che hanno consentito lo sfruttamento idroelettrico attraverso la costruzione di dighe artificiali, l’intera area ha conservato quasi intatta tutta la sua naturalezza protetta da uno stretto e ripido percorso che nel tempo l’ha preservata dal turismo facile, mantenendo molti luoghi ancora incontaminati.
La biodiversità del Parco dell’Alta Valle Antrona è infatti eccezionale; qui specie diverse, alcune rarissime se non uniche, convivono in habitat differenti. La più classica fauna alpina si affianca ad una flora ricca di molteplici varietà di specie, dal sottobosco ricco di mirtilli e lamponi sino ai larici monumentali dell’Alpe Lombraoro, una rarità in tutto l’arco alpino.
Il Parco Naturale dell’Alta Valle Antrona è anche testimonianza di un… passato di ferro; le sue pendici, infatti, sono state a lungo sfruttate per l’estrazione di questo metallo, che veniva poi lavorato negli stabilimenti siderurgici di Villadossola. Le montagne dell’Alta Valle Antrona erano ricche anche di oro, tanto da aver ospitato, fino alla metà del ‘900, diverse attività estrattive.
Il Parco è dunque un luogo in cui tutela e valorizzazione vengono messi in campo in scenari naturali tanto delicati quanto incredibilmente ricchi di biodiversità; un lembo di Val d’Ossola di assoluto fascino e da scoprire a passo lento.
Noi lo abbiamo accarezzato col nostro rispettoso passo in undici ore di cammino, attraversando 24 chilometri di valle con un dislivello di 1.600 metri a salire ed altrettanti a scendere, fino al quadro finale della cascata di Sajont che si tuffa nel lago di Antrona, indicandoci l’oramai prossimo punto di rientro.
Si ripartirà con le escursioni domenica 7 settembre con l’escursione al “rifugio Alpe Corte e Cima Leten, in Valcanale (BG)“. Iscrizioni aperte.